Demetrio Stratos e la voce nel corpo sociale
- Claudio Orlandi
- 13 giu 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 14 giu 2024
Da ragazzo ero invaso, ai limiti dell’esaltazione dall'idea di poter fare la rivoluzione con il suono. Per lungo tempo ho ascoltato quotidianamente gli esercizi fonetici di Stratos e sentivo che il mondo sarebbe potuto ripartire dalle cellule sonore. Ricostruire la realtà smontando e riposizionando secondo linee nuove le parti di suono dell'essere sonoro. Affascinato dalla corretta particella di suono da ascoltare per modellare l'aria e la materia, che è suono solidificato.
Col passare degli anni il sogno svanì, pur rimanendo dentro il mio flusso sanguigno. La parte sacra dell'iniziazione. Ho quindi cercato di trasmutare il senso di questa idea nel mio impegno vocale nel Pane.
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Demetrio Stratos di cui oggi ricorre l’anniversario della scomparsa (13 giugno 1979) rappresenta un passaggio imprescindibile per tutti coloro che in Italia – e forse non solo – intendono “cantare la voce”. Come molti sanno si tratta di una personalità straripante che ha posto – tra i primi nell’ambito della musica pop italiana - interrogativi di natura tecnica e politica sull’uso della voce, delle sue infinite possibilità. In un certo senso con Stratos – figlio di genitori greci – la cultura vocale italiana si apre realmente ad una dimensione di studio e ricerca sul piano internazionale (qui non si tratta di canto lirico ovviamente). Ha avuto moltissimi ammiratori ma pochissimi veri eredi. Nessuno si è spinto oltre nonostante la sua parabola di vita sia stata così veloce, è andato via veramente troppo presto.
Questo breve ma sentito ricordo per sottolineare che a mio modesto modo di vedere, lo sforzo più grande di Stratos è stato quello di indagare la posizione, il ruolo che può assumere la vocalità nel quadro culturale e politico di una società. Cosa può fare una voce, nella sua accezione sonora pura, nella visione di una civiltà? Come può interagire con le altre forze in campo?
Questo è un insegnamento fondamentale da trarre dalla sua intensa parabola di vita, sicuramente il lascito più importante che mi lega al genio di Alessandria d'Egitto.
Demetrio Stratos (Alessandria d'Egitto, 22 aprile 1945 – New York, 13 giugno 1979)
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