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Eugenio Cefis e Pier Paolo Pasolini

  • Immagine del redattore: Claudio Orlandi
    Claudio Orlandi
  • 2 nov 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 16 gen

 

Eugenio Cefis è colui che si ritrovò ad assumere ruoli apicali all'interno dell'Eni (Ente Nazionale Idrocarburi), dopo la morte dell’allora presidente Enrico Mattei, a seguito dell’incidente aereo, avvenuto il 27 ottobre 1962 a Bascapè, durante le fasi di avvicinamento all’aeroporto di Linate.

Dopo quei fatti alcune questioni hanno iniziato a tormentare gli analisti:

1 L'aereo di Mattei era caduto per pura fatalità o per un preciso attentato? Prendendo in considerazione la seconda ipotesi, chi era stato a volere la morte del potentissimo Presidente dell'Eni, e perché?

2 Cefis era coinvolto in qualche modo nella morte del suo predecessore?

Su questi temi esiste ad oggi una numerosa bibliografia.



Nel 2021, il giornalistica e storico Paolo Morando ha pubblicato per Laterza un volume dal titolo "Eugenio Cefis. Una storia italiana di potere e misteri", che per la prima volta delinea un profilo dell'industriale.

Nel Maggio 2022, a cura del giornalista d'inchiesta Giovanni Giovannetti è uscito per Effigie "L'uragano Cefis", libro firmato nel 1975 dall'inesistente Fabrizio De Masi, che non aveva mai visto le stampe e di cui si conosceva un'unica copia, proprietà di Marcello Dell'Utri.





In realtà, negli anni settanta, a porre i suoi occhi su Cefis era stato, in quel periodo torbido per la nostra Repubblica, anche Pier Paolo Pasolini che, nel settembre 1974 aveva ricevuto da Elvio Fachinelli, direttore della rivista “L’erba voglio” un pamphlet di Giorgio Steimetz intitolato “Questo è Cefis”.

Secondo alcuni, avrebbe poi pagato con la vita le esuberanze intellettuali riversate nel suo ultimo lavoro, restato, come è noto, incompiuto e pubblicato postumo. Alla sua morte (2 novembre 1975), infatti rimase un malloppo abnorme e informe di fogli, indicazioni, correzioni, volontà, progetti, tutti parte di questo calderone, la cui unica cosa certa era forse solo il titolo: Petrolio.





Di Petrolio Einaudi darà una prima stampa solo nel 1992, ma manchevole di alcune parti, in particolare alcuni discorsi tenuti proprio da Eugenio Cefis (su temi allora di stringente attualità (uno in particolare del 1972 titolato "La mia patria si chiama multinazionale" tenuto per gli allievi dell'Accademia militare di Modena). Non è dato sapere perché nel ‘92 i curatori credettero opportuno togliere quelle parti. La volontà originaria di Pasolini sarò riportata a galla solo nel 2022, con la nuova edizione di Petrolio curata da Walter Siti. Questa edizione contiene finalmente anche le conferenze di Cefis, ma aggiunte in coda al libro - alla voce Documenti - e non al centro della pubblicazione, come, parrebbe fosse la volontà del poeta assassinato.


Tra i testi che hanno indagato sulla natura del Petrolio pasoliniano, merita un'attenzione particolare "“Qualcosa di scritto” di Emanuele Trevi (Ponte alle Grazie, 2012).


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pdf: GIORGIO STEIMETZ "Questo è Cefis . L’altra faccia dell’onorato presidente" Agenzia Milano Informazioni 1972







 
 
 

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