Il rumore di fondo e la memoria
- Claudio Orlandi
- 27 set 2024
- Tempo di lettura: 2 min
La zona d'interesse (The Zone of Interest) è un film del 2023 scritto e diretto da Jonathan Glazer. Come noto è un adattamento cinematografico del romanzo omonimo del 2014 scritto da Martin Amis, ispirato alle vicende familiari di Rudolf Höss, comandante del campo di concentramento di Auschwitz, attiguo alla sua residenza.
Il film di Glazer ha vinto il Premio Oscar come miglior film in lingua straniera 2024, ed ha fatto molto parlare di se, soprattutto per l’accostamento che si è fatto tra la situazione di allora e l’odierna della tragedia del popolo palestinese, che, come i rumori del campo genialmente rappresentato nel film, si sta riducendo a “rumore di fondo” delle vita di tutti noi. Siamo ormai capaci, come la famiglia Höss, di occuparci delle nostre beghe casalinghe, pur se nella nostra testa ronzano i suoni del massacro in corso. Di questo ha scritto un importante articolo Naomi Klein.
Qui vorrei solo aggiungere una riflessione che mi ha suscitato la visione di ieri sera. Il film si chiude con alcune scene girate nel museo che oggi ricorda le vittime dei campi di concentramento. Miglia di scarpe e stampelle delle vittime, conservate dietro le teche. Le orribili stanze della morte per gas e i forni. È tutto conservato e ben visibile, affinché l’umanità possa ricordare per sempre ciò che è stato.
In questi mesi si è discusso se attribuire al massacro in corso a Gaza l’appellativo di genocidio. Certo, quello che hanno organizzato nella Germania nazista per l’eliminazione fisica di milioni di persone, l’organizzazione scientifica di alto livello a cui erano arrivati (una delle scene del film più dura da vedere, è quando i tecnici mostrano ad Höss gli ingegnosi progetti delle camere a gas e seguente l’eliminazione dei corpi), per l’attuazione della “soluzione finale”, non è paragonabile. La deportazione di milioni di persone, prese in tutta Europa, il loro trasporto nei vari campi Auschwitz-Birkenau (Polonia), Treblinka (Polonia), Belzec (Polonia), Sobibór (Polonia), Chelmno (Polonia), Majdanek (Polonia), Maly Trostenets (Bielorussia), non può avere un paragone.
Mi sia però concesso riflettere sul fatto, che molto probabilmente, quando questo nuovo inferno terminerà, nei luoghi del massacro palestinese (si parla ad oggi di oltre 180 mila decessi per colpa dei bombardamenti a tappeto sulla striscia di Gaza per mano delle forze armate israeliane), non troveremo dei musei a ricordarne le vittime. Di loro non rimarrà nulla, e quasi sicuramente su quelle macerie di fango e sangue sorgeranno le nuove città dei carnefici.
La zona d'interesse (2023) - scena del film
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