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INFERMIERI DANZANTI (Unbecoming)

  • Immagine del redattore: Claudio Orlandi
    Claudio Orlandi
  • 13 ott
  • Tempo di lettura: 2 min

INFERMIERI DANZANTI

O come sono riusciti a far sì che la popolazione non potesse più fidarsi della propria percezione della realtà.


In questi giorni è stato ripreso da più voci un articolo scritto in greco, apparso su Substack, nel quale si propone un'analisi dei tanti filmati di "infermieri danzanti" che imperversavano la rete durante i mesi dell'emergenza pandemica. In estrema sintesi, secondo l'autore "Unbecoming" (termine traducibile con sconveniente) - i filmati dei balletti erano un test per la distorsione della realtà.

Una volta che le popolazioni accettavano questa contraddizione iniziale, erano preparate a ulteriori narrazioni: ogni assurdità accettata indeboliva la capacità del pubblico di fidarsi delle proprie osservazioni.


Personalmente mi sono sempre chiesto se effettivamente quello fosse personale ospedaliero o non comparse prestate alla scena. In ogni caso l'analisi proposta è sicuramente degna di particolare attenzione.


Brevi stralci dell'articolo:


"Le infermiere danzanti non hanno mai avuto come obiettivo il morale degli operatori sanitari o un modo per alleviare lo stress. Erano un test, un meccanismo di selezione, che rivelava chi avrebbe accettato le contraddizioni e chi vi avrebbe resistito. Questi video su TikTok, apparsi simultaneamente in tutti i continenti mentre i governi dichiaravano l'emergenza medica, rappresentavano qualcosa di senza precedenti nella storia della propaganda: le autorità dimostravano di poter far accettare alla popolazione due realtà reciprocamente esclusive allo stesso tempo.


Ciò a cui abbiamo assistito non è stata la tradizionale propaganda volta alla persuasione, ma qualcosa di più simile a ciò che gli esperti di abusi riconoscono come gaslighting su larga scala. Il meccanismo psicologico era elegante nella sua crudeltà: presentava ai cittadini un'apparente contraddizione – ospedali sovraffollati e al tempo stesso sufficientemente vuoti per coreografie – e poi li puniva socialmente per averla notata. Chi sottolineava l'incoerenza veniva etichettato come "teorico della cospirazione", mentre chi difendeva i video diventava inconsapevolmente pedine dell'operazione.


Mentre usciamo da questo periodo, la sfida non è semplicemente quella di registrare ciò che è accaduto, ma di capire come ha funzionato: come le popolazioni sono state persuase a mettere in discussione i propri sensi, ad accettare le contraddizioni che erano state messe in atto, a partecipare alla propria umiliazione . Le infermiere danzanti non hanno mai avuto a che fare con l'assistenza sanitaria, il morale o l'alleviamento dello stress. Riguardavano il potere, in particolare il potere di far accettare l'inaccettabile, di spezzare il legame tra osservazione e inferenza, di creare una popolazione che non potesse più fidarsi della propria percezione della realtà. E in questo, purtroppo, ci sono riuscite..."


PDF dell'articolo integrale tradotto

 
 
 

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