Iraq 2003-2025
- Claudio Orlandi
- 11 ott
- Tempo di lettura: 3 min
Come sappiamo il nostro mondo è diretto discendente di ciò che avvenne quell'11 settembre di inizio millennio.
Iniziarono a bombardare l'Afganistan, perché probabilmente Osama Bin Laden si nascondeva nelle loro grotte...
Oriana Fallaci e Tiziano Terzani si diedero "battaglia" usando la scrittura, un'arte che conoscevano bene. Ma il progetto atlantico era molto più vasto e a breve si comprese che il prossimo nel mirino sarebbe stato l'Iraq di Saddam.
Diceva Norman Mailer "...una guerra all'Iraq servirà a soddisfare il nostro bisogno di vendetta per l'11 settembre. Non importa che l'Iraq non sia colpevole. Bush ha solo bisogno di ignorare l'evidenza. Cosa che fa con tutto l'impeto di chi non si è mai vergognato di se stesso. Saddam, pur con tutti i suoi crimini con l'11 settembre non c'entrava niente; ma il presidente Bush è un filosofo. L'11 settembre è stata una manifestazione del male, Saddam è il male, tutto il male collegato, Ergo, l'Iraq".
In realtà il disegno rispondeva a precise logiche geopolitiche ed economiche, con il petrolio in prima base.
Era il marzo 2003 ed ero impegnato nella stesura della tesi sulla Libia di Gheddafi. L'idea che potessero bombardare Baghdad mi terrorizzava, mi sembrava non potesse essere possibile. Una metropoli stracolma di storia e di persone. L’Afganistan poteva essere percepita come una terra lontana, ma l’Iraq era qui. Le capitali mondiali furono scenario di manifestazioni oceaniche per chiedere il non intervento, ma la decisione era ormai presa. Colin Powell mostrò l'ormai famigerata fialetta e nel segno della menzogna tutto ebbe inizio.
I bombardamenti iniziarono il 20 marzo “Proprio mentre stiamo per cedere al sonno e alla stanchezza – scriverà Giuliana Sgrena asserragliata nell’Hotel Rashid di Baghdad – l’ululare lugubre e inconfondibile della sirena ci richiama alla realtà: l’attacco comincia, è la guerra”. In poche settimane le truppe occidentali invadono l’Iraq sotto una pioggia incessante di missili, è Shock and Awe "colpisci e terrorizza". I colpi e i corpi non si contano. La capitale verrà presa il primo aprile e un mese dopo il Presidente George W. Bush proclama la fine delle grandi operazioni di invasione militare dal ponte de portaerei USS Lincoln, Mission acomplished! (Missione compiuta). In realtà di compiuto c’era veramente poco e da lì sarebbe iniziata la lunga occupazione con tutto il peso di morte e distruzione che si sono sprigionate.

(Baghdad 9 aprile 2003 - caduta statua Saddam Hussein)
Per lungo tempo ho subito il peso di quella catastrofe, come un taglio netto sul corpo del nostro mondo. Arriverà anche con Pane la composizione di Abu Graib, dedicata a quei tragici eventi: “La mia intuizione è la ferocia” la frase che pronuncio ripetutamente nel testo.
…
Negli anni successivi, le notizie dall’Iraq sono giunte all'opinione pubblica sempre più rarefatte e confuse, fino a scomparire dai radar dell’informazione mainstream. Ho spesso pensato all’Iraq, a cosa fosse rimasto del paese che era stato e che ahimè avrei voluto visitare, conoscere dal di dentro.
Pochi giorni fa ho trovato questo video sul canale Nova Lectio, curato da Simone Guida, che ringrazio per soddisfare in parte il mio desiderio di conoscenza. Un video che mi ha anche commosso, nel vedere le nuove generazioni iraquene che in ogni caso portano avanti la loro vita, nel paese che amano, il loro paese, che tanto ha sofferto, in anni così vicini.
per chi interessato link al video
Note
Normai Mailer, discorso tenuto al Commonwealth Club di San Francisco, il 20 febbraio 2003. In "Perché siamo in guerra" Einaudi, 2003.
Giuliana Sgrena, "Il fronte Iraq. Diario di una guerra permanente" Manifestolibri, 2004.
Oriana Fallaci, "La rabbia e l'orgoglio" Rizzoli, 2001 - "La forza della ragione" Rizzoli, 2004.
Tiziano Terzani "Lettere contro la guerra" Longanesi, 2002.







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