L'atto poetico di Rossella Or
- Claudio Orlandi
- 22 mag 2024
- Tempo di lettura: 3 min
All’uscita del suo libro di poesie, “L’acqua tende alle rive. Poesie 2011-2017”, pubblicato nel 2019 per Zona, Carlo Bordini scrisse una bellissima postfazione dal titolo “Il surrealismo dolce di Rossella Or”. Dopo brevi cenni biografici su Rossella, Carlo, nel suo stile essenziale, tratteggia una sorta di itinerario spirituale della sua amica che forse, per un gioco di specchi, avrebbe potuto applicare anche a sé stesso:
“La rottura del mondo incantato dell’avanguardia teatrale degli anni ’70, che ha provocato molti drammi e detriti, l’ha portata successivamente a un isolamento punteggiato di spettacoli poveri ma sempre di grande intensità; quello che voglio sottolineare in questa sede è che da questo isolamento è nato un continuo lavoro di scrittura di cui questo libro rappresenta soltanto la punta di un iceberg.
Come nelle isole si trovano animali e piante che non si trovano altrove, Rossella, essendo rimasta isolata per tanto tempo, ha un linguaggio assolutamente originale che non ha nulla a che vedere col poetese di qualunque tipo. Nonostante il suo isolamento (o forse proprio per questo) è una voce originale e profonda della poesia femminile italiana contemporanea; femminile in senso descrittivo, non limitativo, giacché la poesia femminile ha, nel quadro della poesia contemporanea italiana, un livello spesso più elevato di quello della poesia maschile.
Rossella ha un linguaggio alto. È una pronipote del surrealismo che predilige però un tono classico. Questo intreccio paradossale è il suo fascino, che determina anche il tono malinconico-drammatico che caratterizza le sue poesie. Nulla in lei è realistico, o è psicologismo, tutto è sogno. Un sogno surreale ma pieno di coscienza. Bisogna marcare delle differenze. Non esiste mai in lei né il gioco, né la comicità, né la satira. Il sarcasmo feroce del movimento surrealista le è estraneo. La satira prende di mira una realtà che si vuole irridere; Rossella non irride, per lei non c’è una realtà da irridere, perché l’unica realtà è il suo mondo, il mondo che abita.”
Rossella Or esordisce nei primi anni 70 e lo fa precisamente nel 1973 con lo spettacolo “Pirandello chi?” per la regia di Memè Perlini; un libero adattamento dei “Sei personaggi in cerca di autore” di Pirandello, che dal Teatro Beat 72 di Roma girerà alcune città italiane spingendosi fino a Bordeaux e Belgrado. Per Rossella è l’inizio di una vita dedicata totalmente all’arte, dal teatro alla letteratura, alla poesia.
Leggendo le schede degli spettacoli cui prende parte si scorre la letteratura europea dell’Otto-Novecento, i nomi maggiori che hanno segnato la nostra coscienza collettiva. Georg Buchner, Peter Handke, Arthur Schnitzler, André Breton, Jean Cocteau, Franz Kafka, Thomas Bernhard, Marina Cvetaeva, Silvya Plath, Robert Musil, Gerges Bataille, Andy Warhol, Sandro Penna, Dino Campana, W. Burroughs, Samuel Beckett, Amelia Rosselli, Anton Cechov.
Rossella non è solo interprete, ma anche autrice di testi che ha portato in scena in questi anni di lavoro costante sulla scrittura e sulla parola. Importante anche il suo dialogo con il mondo della musica contemporanea di ricerca, in particolare la collaborazione con Alvin Curran, del gruppo di free improvisation Musica Elettronica Viva, e con l’amico Antonello Neri (recentemente scomparso), membro del Gruppo Nuova Consonanza.
Rossella autrice di testi teatrali, ma anche appunto di poesie, una mole di lavoro di cui conosciamo al momento solo la punta di un iceberg, grazie alla pubblicazione del 2019. Di fatto, Rossella, ha modellato se stessa come elemento stesso dell’arte. La sua poesia non ha un corpo diretto, è piuttosto la descrizione di qualcosa che non è facile individuare e apprendere per il lettore-ascoltatore, ma che l’autrice vede perfettamente. Rossella è straordinaria, nel senso puro del termine, cioè esce dall’ordinario, dal solito, dalla norma; è un essere vivente nel quale si manifesta l’arte nella sua quotidianità, in un incontro unico e irripetibile tra arte e vita. Irripetibile perché suo proprio e non riproducibile.
La sua poesia è vergine e per certi versi inesplorata. Assistere ad un suo "Recital" ci pone di fronte ad un’esperienza molto particolare, perché si ha l’impressione di trovarsi a tu per tu con una fonte originaria. Rossella scandisce i suoi testi nel modo e nel tempo in cui lei sente in quel momento, traendoli dalla sua memoria e facendoli sgorgare naturalmente. Il punto è che essa stessa è emanazione di quella energia che in qualche modo sta evocando, inducendo l’ascoltatore al disorientamento, allo smarrimento tra parola e corpo, fonte e ruscello. In questo Rossella fa uso delle sue conoscenze legate al respiro e al potere della voce. Ascoltare, vedere Rossella declamare i suoi versi in scena, chiama in causa le nostre sensibilità al massimo grado, la nostra stessa fisicità e capacità sensoriale, in un evento totale e raro, in grado di permetterci di sperimentare su noi stessi lo stupore originario di fronte alla cosa in sè.
Foto in copertina tratta dal "Recital di versi in chiave di Sol " - 26 aprile 2023, Teatro Tordinona via degli Acquasparta 16 Roma.
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