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PANE - La Fortezza

  • Immagine del redattore: Claudio Orlandi
    Claudio Orlandi
  • 6 dic
  • Tempo di lettura: 3 min

La Fortezza 

 

Il mio quadro è rimasto appeso alla parete della camera da letto? 

Dopo il bombardamento 

 

Nessuno ha mosso le cose 

La mela 

La danza 

La Fortezza 

 

Andremo in piscina d'estate 

Quando il caldo si fa insopportabile 

Io verrei con te, ma non lo so, non lo so… 

 

Sei tornata ad abbracciare la corteccia del tuo cuore 

Dopo l’impostura 

Sei tornata a respirare nell’androne del palazzo 

Dopo l’impostura 

 

Nessuno ha mosso le cose 

 

Le labbra 

Il viso 

La melassa 

 

Andremo in piscina d'estate 

Quando il caldo si fa insopportabile 

 

Io verrei con te, ma non lo so, non lo so...

 


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Singolo di apertura del nuovo album Pane

 


 All’uscita del loro terzo disco “Orsa Maggiore”, sul Venerdì di Repubblica una breve nota recitava:

“Il prog folk italiano nel 2011? Suonerebbe come i Pane, gruppo con una formazione classica. La voce di Claudio Orlandi dà la giusta importanza alla poetica mistica dei testi”.


Quel disco, che avrebbe ricevuto molta attenzione dalla stampa specialistica, chiudeva una trilogia che si era aperta nel 2003 con l’omonimo “Pane” e proseguita nel 2008 con “Tutta la dolcezza ai vermi”, album uscito per l’etichetta Lilium Produzioni. Il quintetto romano si era mosso in lungo e largo per la penisola, tra concerti, festival e riconoscimenti della propria proposta, che faceva scomodare nome altisonanti della tradizione musicale italiana. La cifra stilistica era chiara: canzone d’autore (occhiate al teatro canzone) con testi di natura poetico socio-esistenziale. Accanto ai testi originali di Orlandi, all’interno della trilogia troviamo poesie di Sylvia Plath, Nazim Hikmet, Osip Mandelstam, ma anche gli italiani, Antonio Porta, Victor Cavallo o Gesualdo Bufalino. Un dialogo serrato e virtuoso, tra musica, suono e parola.


Ma il tempo cambia le forme e gli stratagemmi, così nel 2014, con l’uscita di “Dismissione” (Luca Sossella edizioni), progetto verbosonoro che metteva in voce il libro di Fabio Orecchini, dedicato alla dismissione industriale italiana (con particolare riguardo al dramma dell’amianto), si sanciva anche l’uscita dal gruppo della batteria di Ivan Macera e il pianoforte di Maurizio Polsinelli, che fino allora avevano condiviso le sorti del gruppo.


Il trio chitarra acustica (Vito Andrea Arcomano), flauto traverso (Claudio Madaudo) e voce (Claudio Orlandi) avrebbe così continuato a mantenere vivo il Pane, nonostante i miasmi e le fratture.


Nel 2018, vedeva la luce uno dei dischi più insoliti del panorama musicale nostrano: dieci brani dei “The Doors” riletti in chiave acustica. I Pane avevano deciso di riprendere il discorso a partire dagli amori giovanili, che tanta influenza avevano avuto sul proprio modo di suonare a concepire la musica. Il disco è stato accolto con sorpresa, soprattutto da chi credeva impossibile elaborare in trio acustico, pezzi della celebre band americana. Provare per credere. L’album è disponibile online (come il resto della discografia), sul canale YouTube del gruppo e sui portali consueti di ascolto in digitale.


A questo punto il gruppo era pronto per approcciarsi ad un lavoro nuovo e schiettamente Pane, con brani inediti in italiano. Come ben sappiamo il 2020 ha sancito una rottura totale per la nostra contemporaneità e nulla è stato più uguale. C’è un mondo prima e un modo dopo pandemia. Così Pane ha attraversato la bufera, cercando in primo luogo di conservare sé stesso, di traghettare  anima e corpo oltre la barricata, continuando a suonare nella propria sala prove e cercando – quando possibile – di darsi dal vivo ai pochi intimi raccolti in sedi indipendenti e amiche.

Ogni sforzo è riconoscibile e riconosciuto se giunge poi ad un compimento, ad un passo tra i passi, alla realizzazione. Ed ecco l’oggi, dicembre 2025. “La Fortezza”, singolo di apertura del nuovo album in programmazione per il 2026.




L’immagine di copertina è un acquarello di Claudio Orlandi.

 
 
 

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